Gli chiuse la portiera in faccia. Non riusciva a reggere quello sguardo fieramente assorto. Non riusciva a capacitarsi che il fine della sua vita si concludesse in quello squallido lampeggiare. Blu, rosso, bianco. Pozzanghere intermittenti, schizzate sul cementop. Sipario calato, senza applausi, senza sorrisi. La fine e basta.
Osservò se stessa sul vetro, fuso nel viso di un bastardo. Si accese una sigaretta e inondò quell'immagine di fumo e rancore. Ho vinto. Te ne starai rinchiuso in una cella umida a contare le ragnatele. O i secondi che ti separeranno dalla tua ultima sedia. Quanto a me, pensò, troverò qualcun'altro da inseguire. Da cacciare. Da amare.
"Signora Jane, siamo pronti per il rapporto". Una voce rauca, la voce della realtà.
La macchina partì e lei vide il suo viso scivolare via da quello di lui. Rimasero solo pozzanghere, sporche di ricordi.

Continua...


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